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Da oltre quattro mesi è stata lanciata a livello internazionale la Campagna #Protection4Olga a cura di diverse organizzazioni tra cui War Resisters International, Connection e.V, European Bureau for Conscientious Objection, International Peace Bureau . . .
L’iniziativa internazionale riguarda Olga Karach peace-builder e attivista per i diritti umani bielorussa che da tempo cerca protezione in Lituania. Il 18 agosto scorso, le autorità lituane preposte alle procedure per l’immigrazione hanno respinto la sua richiesta di asilo politico concedendole un permesso di soggiorno di un anno che non garantisce alcuna protezione per lei e la sua famiglia, in esilio proprio perchè perseguitati dal regime di Lukashenko.
Olga fa parte dell’opposizione bielorussa e ha dovuto lasciare il suo Paese nel 2020. Olga è anche la direttrice dell’organizzazione per i diritti umani “Our House” che si occupa di diritti umani e civili in Bielorussia e contro una possibile partecipazione diretta della Bielorussia nella guerra in Ucraina. Il suo lavoro riguarda pertanto anche la difesa del diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare che è stato anche al centro della campagna “No means No” lanciata proprio agli albori della guerra in Ucraina.
Oggi, 3 gennaio 2024 si svolge una nuova udienza a Vilnius presso l’Alta corte amministrativa, sulla vicenda di Olga Karach. Questa volta, però, le autorità lituane, hanno stabilito che la seduta si tiene a porte chiuse e senza la presenza dell’interessata e del suo avvocato.
Diverse organizzazioni internazionali e nazionali hanno deciso pertanto di continuare a fare appello e chiedere nuovamente #Protection4Olga. In particolare sono state inviate nelle ultime settimane numerose lettere di sostegno per Olga e a comprova del suo encomiabile lavoro a difesa dei diritti umani; tutte queste lettere sono stata presentate alla Corte dal suo avvocato con la speranza che sia riconosciuta l’urgenza e l’obbligo internazionale di garantire la protezione di coloro la cui vita è a rischio a motivo del proprio impegno per i diritti umani.
La Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani, adottata nel 1998, fa riferimento a “individui, gruppi e associazioni…che contribuiscono…all’effettiva eliminazione di tutte le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali dei popoli e degli individui”.
Gli Stati hanno l’obbligo di proteggere tutti i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i cittadini e i difensori dei diritti umani, come affermato nella risoluzione 66/164 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, sono esposti a gravi rischi a causa di minacce, attacchi e intimidazioni che spesso mettono in pericolo la loro stessa vita.
Le lettere inviate per essere sottoposte alla corte contengono argomentazioni riguardanti:
i metodi di lavoro delle Organizzazioni Non Governative impegnate nella promozione e nella tutela dei diritti umani;
il diritto di riunione e alla libertà delle organizzazioni per i diritti umani;
il lavoro di Olga Karach in difesa dei diritti umani.
Qui è possibile leggere la lettera completa sottoscritta da alcune organizzazioni italiane, incluso il MIR, che aderiscono anche alla Campagna internazionale #ObjectWarCampaign (Campagna internazionale di obiezione alla guerra) che è stata lanciata lo scorso 21 settembre, Giornata internazionale della pace, per chiedere alle istituzioni europee di dare protezione e asilo agli obiettori e ai disertori russi, ucraini e bielorussi. La campagna include anche una petizione online che può essere firmata qui.
In Italia, aderiscono alla Campagna #ObjectWarCampaign il Movimento Internazionale della Riconciliazione – MIR Italia, Un ponte per, Giuristi Democratici, Pressenza, Pax Christi, Movimento Nonviolento, Centro Studi Sereno Regis.
Il lavoro di Olga è molto prezioso per tutelare i diritti umani anche dei cittadini bielorussi che si rifiutano di uccidere e di imbracciare le armi e per questo motivo sono anche a rischio della pena capitale che è stata reintrodotta nel paese.
Anche per questo motivo numerose organizzazioni non governative, incluse quelle italiane, hanno chiesto rispettosamente alla corte di allegare al caso eA2701-575/2023 il loro intervento sulla libertà di associazione delle organizzazioni non governative che operano nel campo dei diritti umani.
La lettera sottolinea inoltre che Olga Karach e la sua organizzazione hanno prodotto o contribuito a molte attività di monitoraggio dei diritti umani, i cui risultati sono disponibili al pubblico.
I rappresentanti delle Organizzazioni non governative, tra cui MIR Italia, auspicano che queste “argomentazioni possano contribuire a garantire un ambiente stabile e sicuro per i difensori dei diritti umani, compresi quelli in esilio, in Lituania e quindi anche per Olga Karach e la sua famiglia.
Le ultime notizie da Vilnius informano che alcuni giornalisti hanno cercato inutilmente di entrare oggi in aula e che la decisione della Corte dovrebbe essere comunicata il 10 gennaio.
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English version
More than four months ago, the #Protection4Olga Campaign was launched internationally by several organizations including War Resisters International, Connection e.V, European Bureau for Conscientious Objection, International Peace Bureau…
The international initiative concerns Olga Karach peace-builder and human rights activist from Belarus who has been seeking protection in Lithuania for some time. Last 18 August, the Lithuanian authorities in charge of immigration procedures rejected her application for political asylum, granting her a one-year residence permit that provides no protection for her and her family, who are in exile precisely because they are persecuted by the Lukashenko regime.
Olga is a member of the Belarusian opposition and had to leave her country in 2020. Olga is also the director of the human rights organisation ‘Our House’, which focuses on human and civil rights in Belarus and against a possible direct involvement of Belarus in the war in Ukraine. Her work therefore also concerns the defence of the human right to conscientious objection to military service, which was also the focus of the ‘No means No’ campaign launched at the very dawn of the war in Ukraine.
Today, 3 January 2024, a new hearing takes place in Vilnius at the High Administrative Court on the case of Olga Karach. This time, however, the Lithuanian authorities have stated that the hearing will be held behind closed doors and without the presence of the person concerned and her lawyer.
Several international and national organisations have therefore decided to continue to appeal and call for #Protection4Olga again. In particular, numerous letters have been sent in recent weeks in support of Olga and in recognition of her commendable work in the defence of human rights; all of these letters have been submitted to the Court by her lawyer in the hope that the urgency and international obligation to ensure the protection of those whose lives are at risk because of their commitment to human rights will be recognised.
The United Nations Declaration on Human Rights Defenders, adopted in 1998, refers to ‘individuals, groups and associations…contributing…to the effective elimination of all violations of human rights and fundamental freedoms of peoples and individuals’.
States have an obligation to protect all human rights and fundamental freedoms of all citizens and human rights defenders, as stated in UN General Assembly resolution 66/164, are exposed to grave risks from threats, attacks and intimidation that often endanger their very lives.
The letters sent for submission to the court contain arguments concerning:
the working methods of Non-Governmental Organisations engaged in the promotion and protection of human rights;
the right of assembly and freedom of human rights organisations;
Olga Karach’s work in defence of human rights.
Here you can read the full letter signed by a number of Italian organisations, including MIR, which also adhere to the International #ObjectWarCampaign (International Campaign to Object to War) that was launched this past 21 September, International Day of Peace, to ask European institutions to grant protection and asylum to Russian, Ukrainian and Belarusian objectors and deserters. The campaign also includes an online petition that can be signed here.
In Italy, the following are joining the #ObjectWarCampaign: Movimento Internazionale della Riconciliazione – MIR Italia, Un ponte per, Giuristi Democratici, Pressenza, Pax Christi, Movimento Nonviolento, Centro Studi Sereno Regis.
Olga’s work is very valuable in protecting the human rights also of Belarusian citizens who refuse to kill and bear arms and for this reason are also at risk of the death penalty that has been reintroduced in the country.
This is also the reason why numerous non-governmental organisations, including Italian ones, respectfully asked the court to attach their intervention on the freedom of association of non-governmental organisations working in the field of human rights to case eA2701-575/2023.
The letter also points out that Olga Karach and her organisation have produced or contributed to many human rights monitoring activities, the results of which are publicly available.
The representatives of non-governmental organisations, including MIR Italy, hope that these arguments will help to ensure a stable and safe environment for human rights defenders, including those in exile, in Lithuania and thus also for Olga Karach and her family.
The latest news from Vilnius reports that some journalists tried unsuccessfully to enter the courtroom today and that the court’s decision is expected to be announced on 10 January.
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