In questi giorni accompagniamo con il pensiero e la preghiera Papa Francesco, nel suo viaggio in Iraq, il primo dopo 15 mesi a causa del Covid 19. E’ un viaggio molto significativo. Il primo di un Papa in quel paese, che non ha pace da tanti decenni, che ha patito guerre, oppressioni, embarghi, terrorismo. In gennaio si è ricordato l’inizio della prima guerra del Golfo di trenta anni fa e tra due settimane ricorderemo l’inizio della seconda Guerra del Golfo (20-03-2003). Dieci anni dopo è iniziata la Guerra contro Daesh, il califfato islamista che ha perseguitato principalmente i Cristiani e gli Yazidi, che in gran parte (circa un milione di Cristiani) sono fuggiti dal loro paese. Il Papa con coraggio va a dare loro coraggio e a invocare con loro la pace. Dirà agli iracheni, che si sono odiati per motivi politici, etnici, religiosi, nazionalistici, che sono tutti fratelli e nella fratellanza troveranno pace.
Papa Francesco nel messaggio prima di partire ha detto: “vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con i fratelli e le sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno del padre Abramo, che riunisce in un’unica famiglia musulmani, ebrei e cristiani. […] Sono onorato di incontrare una Chiesa martire: grazie per la vostra testimonianza! I tanti, troppi martiri che avete conosciuto ci aiutino a perseverare nella forza umile dell’amore. […] Non arrendiamoci davanti al dilagare del male. […] E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa”.
Seguiremo con trepidazione il Papa, “pellegrino di pace”, nei tre giorni del suo pellegrinaggio nella terra da dove partì Abramo, il padre nella fede di Ebrei, Cristiani e Musulmani; ci sentiremo spiritualmente vicini a lui e ai rappresentanti delle confessioni religiose abramitiche che incontrerà a UR, la città natale di Abramo, con la speranza che finalmente, anche grazie alla forte testimonianza del Papa, il popolo iracheno trovi pace nella fratellanza e nella riconciliazione.
Pierangelo Monti, Presidente MIR-Movimento Internazionale della Riconciliazione