DICHIARAZIONE DEL M.I.R. PER LA MORTE DI S. S. PAPA FRANCESCO

Il MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) è profondamente addolorato per la morte di Papa Francesco, che è stato nei dodici anni del suo Pontificato un profeta, costruttore di pace, con parole e gesti significativi.  La sua testimonianza non sarà mai dimenticata e continuerà a illuminare l’azione di tutti coloro che si impegnano per un mondo più fraterno e pacifico.

Fino all’ultimo giorno, la domenica di Pasqua, con le sue ultime forze, ha invocato la benedizione di Dio sul mondo e ha invocato la pace, nominando tanti paesi in guerra e facendo particolare riferimento a Gaza ”dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!”.

Riferendosi all’attuale diffusa logica bellicista, ha voluto precisare: “Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo“. Con forza e chiarezza ha sempre condannato le guerre, ogni guerra e la corsa agli armamenti. «Abbiamo imparato in filosofia politica che per difendersi si può fare la guerra e considerarla giusta. Ma si può parlare di ‘guerra giusta’? O di ‘guerra di difesa’? In realtà la sola cosa giusta è la pace. […] Mi viene da chiedere con più forza la pace per questo mondo, sottomesso ai trafficanti di armi che guadagnano con il sangue degli uomini e delle donne. Le guerre recano benefici solo a pochi “signori della guerra”. Grandi quantità di risorse sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo». (Messaggio della Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2017: “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”.

Uno stile che dovrebbero imparare ed applicare i potenti che oggi hanno parole di circostanza in ricordo di questo Papa, che tuttavia è rimasto inascoltato in tanti suoi appelli affinché tacessero le armi e si cercasse la pace con il dialogo, la misericordia, la giustizia, assumendo il punto di vista degli ultimi, delle vittime.

Tra i tanti gesti forti ricordiamo Francesco, straordinario Pontefice di pace, l’11 aprile 2019, alla presenza anche dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby e del Moderatore della Chiesa presbiteriana di Scozia rev. John Chalmers, quando si inginocchiò e baciò i piedi al presidente del Sud Sudan Salva Kiir e ai vicepresidenti designati, Rebecca Nyandeng De Mabior (una donna!) e Riek Machar. “Voi tre, che avete firmato l’Accordo di pace” disse “vi chiedo come fratello, rimanete nella pace. Ci saranno tanti problemi, ma non spaventatevi, andate avanti, risolvete i problemi. Imploro che il fuoco della guerra si spenga una volta per sempre, che si guardi a ciò che unisce e non a ciò che divide, che il futuro del Sud Sudan sia nel segno della pace e della riconciliazione”.

Con intelligenza e semplicità ha ripetutamente richiamato e attualizzato il messaggio evangelico, lieto annuncio di vita e di amore per tutti e per tutto il creato (come nelle  encicliche “Fratelli tutti” e “Laudato sii”). Dal suo volto e dal modo di incontrare le persone traspariva la bontà, la tenerezza, la serenità, di uomo giusto che non vuole il male di nessuno, ma prova compassione e testimonia la misericordia e l’amore, come Gesù ha insegnato.

Facendo memoria anche del suo saluto benedicente rivolto al MIR la domenica 5 giugno 2022 all’Angelus in Piazza San Pietro, come ecopacifisti nonviolenti, esprimiamo sincera gratitudine per Papa Francesco, che continuerà ad essere punto di riferimento, affinché nella nostra attività sappiamo esprime come Lui la pace, con forza e gioia.

Contatti: Ermete Ferraro (349 3414 190 – presidenza@miritalia.org

(*) Il messaggio è stato inviato a S.E.R. il Card. Zuppi, Presidente della C.E.I. e a S.E.R. il Card. Parolin, Segretario di Stato della Curia Vaticana)