I leaders mondiali al G20 a Roma hanno parlato di cambiamenti climatici e di contributi allo sviluppo sostenibile e ai paesi poveri, senza però fare alcun accenno alle spese militari. Alla COP26 di Glasgow riparleranno di riduzione delle emissioni di gas serra e per questo si fanno appelli, ma quanto viene considerato l’impatto ambientale del complesso militare industriale?
Il Movimento Internazionale della Riconciliazione, in nome della nonviolenza agli esseri umani e alla natura, raccomanda di aggiungere alle richieste ambientaliste la riduzione delle spese militari e l’abolizione degli armamenti di distruzione totale, nocivi per l’ambiente dalla produzione al loro utilizzo. Come si è detto nelle iniziative del 30 ottobre del MIR per la “Giornata globale d’azione per il clima” indetta dall’IFOR (International Fellowship of Reconciliation): “Il Sistema militare provoca disastri ambientali”. Questo fa parte del progetto ecopacifista contenuto nel libro del MIR “La colomba e il ramoscello”, Edizioni Gruppo Abele.
La Rete Italiana Pace e Disarmo, l’IFOR e decine di organizzazioni internazionali sostengono la petizione lanciata dal Conflict and Environment Observatory, affinchè “I Governi si impegnino nella COP26 a tagli significativi delle emissioni inquinanti militari”.
Pierangelo Monti
Presidente MIR
Clicca qui per vedere maggiori dettagli sull’iniziativa di presentazione del libro “La colomba e il ramoscello” svoltasi a Ivrea lo scorso 27 ottobre.
Clicca qui per vedere maggiori dettagli sull’iniziativa del 30 ottobre -per la Giornata Global d’Azione lanciata dall’IFOR– svoltasi a Torino.
I Governi si impegnino nella COP26 a tagli significativi delle emissioni inquinanti militari
Iniziativa della società civile internazionale (con l’adesione di Rete Italiana Pace e Disarmo): ci sono segnali che alcuni Paesi avrebbero l’intenzione di impegnarsi a ridurre le emissioni militari di gas serra durante la COP26 che inizia il 1 novembre. Questo appello definisce la portata di ciò che tali impegni dovrebbero includere ed è aperto alla firma delle organizzazioni prima e durante la COP.
L’accordo di Parigi del 2015 ha lasciato il taglio delle emissioni militari di gas serra (GHG) alla discrezione dei singoli Paesi. Le forze armate sono grandi produttori di tali emissioni e non dovrebbero essere escluse dagli obiettivi di riduzione dei gas serra. I Governi devono dimostrare il loro impegno nell’ambito degli accordi di Parigi fissando obiettivi di riduzione dei gas serra militari durante la COP26. Affinché questi impegni siano significativi, dovrebbero soddisfare i criteri esposti di seguito.
Emissioni militari, spese e fornitura di informazioni
Le forze armate sono grandi consumatori di energia e contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra, oltre a causare un più ampio impatto ambientale negativo con l’addestramento, le attività e le proprie operazioni militari. Le forze armate sono tipicamente i maggiori consumatori di energia tra le agenzie governative, ma storicamente c’è stata una riluttanza a rivelare i dati sulle loro emissioni.
La spesa militare globale è aumentata del 2,6% nel 2020 fino a quasi 2.000 miliardi di dollari, nonostante un calo del PIL globale del 4,4% a causa della pandemia COVID-19. Tali aumenti della spesa militare rischiano di rispecchiare gli aumenti delle emissioni, oltre a distogliere i finanziamenti dallo sviluppo sostenibile, dalla mitigazione e dall’adattamento al cambiamento climatico.
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici obbliga i firmatari a pubblicare le emissioni annuali di gas serra, ma il reporting delle emissioni militari è volontario e spesso non è incluso. Quando vengono riportate, sono generalmente incomplete ed escludono le emissioni provenienti da attrezzature e catene di approvvigionamento, e quelle legate all’impatto delle operazioni di conflitto. Questo ultimo ambito può includere le emissioni derivanti dai danni alle infrastrutture, dal cambiamento ambientale legato al conflitto e dalla ricostruzione post-conflitto.
Impegni significativi
Le forze armate e le industrie che le sostengono non possono più essere considerate eccezionali e devono intraprendere azioni urgenti e significative per ridurre le loro emissioni di gas serra e l’impronta ambientale. Riconosciamo come positivo il recente riconoscimento della NATO di questo aspetto, ma il riconoscimento è solo il primo passo.
Aggiornamento: Nel giugno 2021 la NATO ha accettato di “valutare la fattibilità di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050″, che si applicherebbe alle sue attività. Nel frattempo gli Stati membri della NATO hanno concordato “…di ridurre significativamente le emissioni di gas serra dalle attività e installazioni militari senza compromettere la sicurezza del personale, l’efficacia operativa e la nostra posizione di deterrenza e difesa”. Ciò è un positivo passo avanti, ma ancora lontano da ciò che il pianeta ha bisogno di vedere. Impegni concreti e passi chiari verso la riduzione delle emissioni militari devono essere sul tavolo della COP26 iniziata il 1 novembre.
I governi devono usare la COP26 per impegnarsi a ridurre le emissioni militari di gas serra. Affinché questi impegni siano credibili e significativi, devono:
Fissare chiari obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra per le strutture militari che siano coerenti con l’obiettivo di 1,5 C specificato dall’Accordo di Parigi del 2015
Impegnarsi a meccanismi di reporting delle emissioni di gas serra che siano solidi, comparabili e trasparenti, basati sul protocollo GHG, e che siano verificati in modo indipendente
Stabilire chiari obiettivi per le Forze Armate per conservare l’energia, ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e passare all’energia rinnovabile ecologicamente responsabile
Contenere chiari obiettivi di riduzione per l’industria tecnologica militare
Dare priorità alle iniziative di riduzione dei gas serra alla fonte e non fare affidamento su schemi per compensare le emissioni di gas serra
Pubblicare politiche, strategie e piani d’azione per la riduzione dei gas serra, con rapporti annuali di follow-up sulle prestazioni
Affrontare il modo in cui la riduzione delle spese e degli schieramenti militari e la modifica delle posizioni militari possono ridurre le emissioni
Impegnarsi a incorporare valutazioni climatiche e ambientali nel processo decisionale per tutti gli acquisti, le attività e le missioni
Evidenziare la relazione tra cambiamento climatico e degrado ambientale, e dimostrare un impegno a ridurre l’impatto ambientale complessivo di tutte le attività e missioni militari
Impegnarsi a ottimizzare la gestione delle infrastrutture militari per migliorare la cattura del carbonio e la biodiversità
Impegnarsi ad aumentare la formazione climatica e ambientale per i responsabili delle decisioni, anche su come le strutture militari possono mitigare il cambiamento climatico e il degrado ambientale
Dimostrare leadership, apertura e volontà di collaborare e scambiare informazioni sulle buone pratiche con le parti interessate non militari
Impegnarsi a stanziare le risorse appropriate per garantire che tutte le politiche di protezione del clima e dell’ambiente possano essere pienamente attuate
Questa petizione è stata lanciata dal Conflict and Environment Observatory, ed è attualmente sostenuta dalle seguenti organizzazioni. Per informazioni e adesioni clicca qui.
Internazionali
Amnesty International
Green Cross International
Greenpeace
Human Rights Watch
International Fellowship of Reconciliation
International Coalition To Ban Uranium Weapons
International Physicians for the Prevention of Nuclear War
Socio-ecological Union International
Soka Gakkai International
Transnational Institute
Women’s International League for Peace and Freedom
World Beyond War
Regionali
European Environmental Bureau (EU)
European Organisation of Military Associations and Trade Unions (EUROMIL) (EU)
Quaker Council for European Affairs (EU)
Nazionali
11 maart beweging (BE)
2degrees Northampton (US)
350 Seattle (US)
350 Silicon Valley (US)
80000 Voices (UK)
Abingdon Peace Group (UK)
Acronym Institute for Disarmament Diplomacy (UK)
Aldrig Mere Krig (DK)
Alliance for Democracy (US)
Amsterdamse Vredeswacht (NL)
Arab Youth Climate Movement Qatar
Archivio Disarmo (IT)
Århus mod Krig og Terror (DK)
Arkbound Foundation (UK)
Aseistakieltäytyjäliitto (The Union of Conscientious Objectors) (FI)
Asociación Española de Investigación para la Paz (Spanish Association for Peace Research) – Environmental Peace Group (ES)
Aspey Associates (UK)
Assemblée européenne des citoyens AEC/HCA (FR)
athena21 (FR)
Ayrshire Camoaign for Nuclear Disarmament (UK)
Baptist Peace Fellowship (UK)
Belgian Campaign for Academic and Cultural Boycott of Israel (BE)
Belgische Coalitie Stop Uraniumwapens (BE)
Berkhamsted Quaker Meeting (UK)
Beyond Uranium Canberra (AU)
Biodiversity Conservation Center (RU)
BOCS Foundation (HU)
Brynviron (UK)
California for a World BEYOND War (US)
Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
Campaign for Nuclear Disarmament Cymru (UK)
Campaña Colombiana Contra Minas (CO)
Canadian Friends Service Committee (Quakers) (CA)
Cape Downwinders (US)
Centre Delàs d’Estudis per la Pau (ES)
Ceryx (FR)
Climate Action Now MA (US)
Climate Action Team, Unitarian Universalist Fellowship of Corvallis (US)
CODEPINK (US)
Committee of 100 in Finland (FI)
Conejo Climate Coalition (US)
Conflict and Environment Observatory (UK)
Congregation of Sisters of St. Agnes (US)
Corvallis Divest from War (US)
Corvallis (Oregon) Friends Meeting (US)
Center for Environmental Peacebuilding (US)
Cercle Vivi Hommel asbl (LU)
Creatura Think & Do Tank (FI)
Cumbria and Lancashire Area Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
Czech Climate Coalition (CZ)
Defence for Children International – Czechia (CZ)
Disarmisti esigenti (IT)
East Bay Peace Action (US)
East Lancashire Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
East Midlands Iona community (UK)
Ecojustice Ireland Community Interest Company (UK)
Ecojustice Legal Action Centre (UK)
Ecology Africa Foundation (ZA)
Ecological Center DRONT (RU)
Education for World Solutions (US)
Environmentalists Against War (US)
Environmental Justice Taskforce of the Western NY Peace Center (US)
Escola de Cultura de Pau – Universitat Autònoma de Barcelona (ES)
Evangelische Arbeitsgemeinschaft für Kriegsdienstverweigerung und Frieden (DE)
Fédération Syndicale Unitaire (FSU) (FR)
Fellowship of Reconciliation (UK)
Finnish Christian Peace Association (FI)
FMKK, Swedish anti-nuclear movement (SE)
Foundation for Global Governance and Sustainability (BE)
Forbyd atomvåben (Ban the Bomb) – ICAN in Denmark
Friedenswerkstatt Sophie-Hedwig (DE)
Friends of Nature Prague (CZ)
Friends of the Baltic (RU)
Friends of the Earth Denmark – NOAH (DK)
Friends of the Earth Russia – Russian Social-Ecological Union (RU)
FundiPau (US)
GLAM Commission of the Protestant Federation IT)
Glasgow Quaker Meeting of the Religious Society of Friends (UK)
Global Campaign on Military Spending (UK)
Global Justice Now (UK)
Global Peace Alliance BC Society (CA)
Grand(m)others Act to Save the Planet (CA)
Greater Manchester & District Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
Green Christian (UK)
Greenham women are still everywhere (UK)
Holly Musicians for Peace (US)
Huddersfield Quaker Meeting (UK)
Human Environmental Association for Development (LB)
INTAL (BE)
InterReligious Task Force on Central America (US)
IPPNW Germany
Just Peace Queensland Inc (AU)
Kehilla Community Synagogue (US)
Kingston Peace Council/CND (UK)
KLUG – Deutsche Allianz Klimawandel und Gesundheit e.V. (DE)
Lapland Peace Committee – Fredskämparna i Lapland (FI)
Lebanon Reforestation Initiative (LB)
Lega Obiettori di Coscienza – LOC (IT)
Leuvense Vredesbeweging (BE)
Llanidloes Local Quaker Meeting (UK)
London Campaign Against Arms Trade (UK)
Maine Natural Guard (US)
Manchester and Warrington AM Quaker Peace Group (UK)
Medical Association for Prevention of War (AU)
Methodist Peace Fellowship (UK)
Monterey Peace and Justice Center (US)
Mouvement Africain pour la Justice et la Solidarité (MIS-Afrique) (TG)
Mouvement de la Paix (FR)
Movement for the Abolition of War (UK)
Northern Friends Peace Board (UK)
NVMP-Artsen voor vrede (IPPNW-The Netherlands) (NL)
NWRG-onlus (IT)
Oregon Physicians for Social Responsibility (US)
Pacific Institute of Resource Management (NZ)
Pasifika Uprising (US)
Peace Action Durham (UK)
Peace Action Maine (US)
PAX (NL)
Peace Education and Practice Network (NG)
Peace & Justice (Scotland) (UK)
Peace Pledge Union (UK)
Physicians for Social Responsibility (US)
Physicians for Social Responsibility AZ Chapter (US)
Physicians for Social Responsibility Colorado (US)
Polish Zero Waste Association (PL)
Religions for Peace Canada
Religions pour la Paix – Québec (CA)
Rete Italiana Donne in Nero (IT)
Rete Italiana Pace e Disarmo (IT)
Ringsfield Hall Eco Activity Centre (UK)
RootsAction.org (US)
San Francisco Bay Physicians for Social Responsibility (US)
Scientists for Global Responsibility (UK)
Scot.E3 (Employment, Energy and Environment) (UK)
Scottish Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
Shadow World Investigations (UK)
South Lakeland and Lancaster District Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
South Pennines COP26 Hub (UK)
Stand.earth (US)
Stockport for Peace (UK)
Stop Fuelling War, Cessez d’alimenter la guerre (FR)
Students Organising For Sustainability (UK)
Suomen Rauhanpuolustajat – Finnish Peace Committee (FI)
Swedish Peace and Arbitration Society (SE)
Syracuse Peace Council (US)
Technology for Life (FI)
The Earth Bill Network (US)
The Marjan Centre (UK)
Tipping Point North South (UK)
Tower hamlets CND (UK)
Transition Edinburgh (UK)
Transition Sonoma Valley (US)
Traprock Center for Peace and Justice (US)
Trident Ploughshares (UK)
TROD868 (TT)
UK and Ireland Nuclear Free Local Authorities
Ukrainian Pacifist Movement (UA)
Unite Community Climate Justice Branch (UK)
United for Peace and Justice (US)
Veterans For Peace 35 (US)
Veterans For Peace 111 (US)
Veterans For Peace | Climate Crisis & Militarism Project (US)
Veterans For Peace – Western North Carolina (US)
Veteranos Por la Paz España (ES)
Volunteers for Peace and Green Environment (KE)
Vredesbeweging Pais (Peace Movement Pais) (NL)
Washington Against Nuclear Weapons (US)
Western States Legal Foundation (US)
Western Washington Fellowship of Reconciliation, Seattle Chapter (US)
White Rabbit Grove RDNA (US)
WIBP e. V. (DE)
Women Against Nuclear Power – Finland
Women for Weapons Trade Transparency (US)
Women’s Climate Congress (AU)
Women in Black Edinburgh (UK)
Women in Black Leuven (BE)
Women for Peace (FI)
Women’s International League for Peace and Freedom, Australia
Women’s International League for Peace and Freedom, Finland
Women’s International League for Peace and Freedom, Italy
Women’s International League for Peace and Freedom, Norway
Women’s International League for Peace and Freedom, UK
Women’s International League for Peace and Freedom, US
Women’s International League for Peace and Freedom, US/Earth Democracy Committee
XR Bury St Edmunds (UK)
XR Czech Republic (CZ)
XR Dacorum (UK)
XR Peace (UK)
XR Pendle (UK)
Yorkshire Campaign for Nuclear Disarmament (UK)
Zoï Environment Network (CH)