Il M.I.R. (Movimento Internazionale della Riconciliazione), da decenni impegnato nell’azione per la pace e l’affermazione della nonviolenza attiva, via alternativa per affrontare e trasformare i conflitti, esprime solidarietà e sostegno ai lavoratori portuali di Livorno, che il 14 maggio 2021 si sono rifiutati di caricare armi e mezzi blindati sulla nave ‘Asiatic Island’ proveniente da Marsiglia con destinazione i porti israeliani di Ashdod e Haifa. Si tratta di un apprezzabile gesto di responsabilità per le conseguenze, anche indirette, della propria attività lavorativa, dettato dalla presa di coscienza di una situazione di conflitto armato a cui nessuno può dirsi del tutto estraneo, se non si dissocia da comportamenti ed azioni che possano ulteriormente aggravarlo.
Il principio di responsabilità, personale e collettivo, che i portuali livornesi hanno affermato con il loro rifiuto di partecipare al tragico mercato di morte – cui si sono associati anche i portuali di Napoli, altro scalo della nave – va sostenuto e diffuso a tutti i livelli, informando la popolazione sulle connessioni dirette ed indirette tra attività commerciali, finanziarie e di ricerca scientifica dell’Italia con sistemi militar-industriali che alimentano guerre ed oppressione in altri Paesi. Nei confronti d’Israele, inoltre, da più parti è stata sollecitata l’adozione dell’embargo militare, come sanzione per l’inosservanza di numerose risoluzioni dell’O.N.U. e per l’iniquo e discriminatorio trattamento riservato alla popolazione palestinese.
Va ricordato che – al di là d’iniziative spontanee di boicottaggio e non-collaborazione messe in atto da lavoratori e comuni cittadini – è indispensabile che si applichi rigorosamente la Legge 9 luglio 1990, n. 185, “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, vigente da oltre 30 anni ma vergognosamente disattesa. Partendo dal principio costituzionale che “l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, al 5° comma dell’art. 1 essa prevede che: “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento, nonché la cessione delle relative licenze di produzione, sono vietati quando siano in contrasto con la Costituzione, con gli impegni internazionali dell’Italia” e, al comma successivo, che: “L’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i principi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.
Come organizzazione che s’ispira ai principi della nonviolenza e opera per la pace la giustizia ed i diritti umani, oltre a ribadire solidarietà ai lavoratori portuali protagonisti di questo atto di responsabilità ed impegno civile, il M.I.R. fa appello al Governo italiano affinché si osservino le norme stabilite dalla Legge 185/90 e dai Trattati internazionali – tra cui il Trattato sul commercio delle armi (ATT) – e lo sollecita ad adottare misure, come l’embargo militare, che sanzionano stati – come Israele – che non rispettano i diritti umani, interrompendo un commercio di armi che alimenta la guerra.
20 maggio 2021 MIR – Movimento Internazionale della Riconciliazione
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