Appello per la pace nel Sahara Occidentale

Il 13 novembre 2020, l’esercito marocchino ha lanciato un’operazione vicino al valico di frontiera di Guerguerat contro un gruppo di manifestanti saharawi. I rappresentanti del popolo saharawi avevano precedentemente dichiarato che qualsiasi azione marocchina di questo tipo sarebbe stata considerata un’aggressione a cui avrebbero risposto, e che ciò avrebbe significato la fine dell’accordo di cessate il fuoco tra le parti.
Dal 27 febbraio 1976, il Sahara occidentale è l’unico territorio non autogovernato che non ha un potere amministrativo riconosciuto a livello internazionale. Ciò significa che le Nazioni Unite hanno una responsabilità primaria per la protezione e la promozione dei diritti fondamentali della popolazione di questo Territorio.
Una parte del territorio è stata occupata dal Marocco. La sovranità del Marocco sul Sahara occidentale non è riconosciuta.
Il riconoscimento del Sahara Occidentale come Territorio non autogovernato implica l’applicazione della risoluzione 1514 (XV) e in particolare “il principio di autodeterminazione attraverso la libera e genuina espressione della volontà del popolo del Territorio”.

Speriamo che l’Italia possa contribuire attivamente al processo di pace nella regione e sostenere il ripudio della guerra quale strumento di risoluzione delle controversie internazionali.

Il MIR, dispiaciuto e preoccupato per la ripresa del conflitto armato nel territorio del Sahara occidentale, sostiene gli appelli dell’International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e della Rete Italiana Pace e Disarmo per una soluzione nonviolenta del conflitto tra Marocco e Sahara Occidentale.
Per questo il MIR si è rivolto al Ministero degli Esteri Italiano e ai Presidenti delle Commissioni Affari Esteri di Camera e Senato, chiedendo al governo italiano, dopo la nota del Ministero degli Esteri rilasciata il 14 novembre, di proseguire con l’attività diplomatica, per ottenere la fine dell’escalation militare e trovare finalmente una soluzione pacifica a quel conflitto aperto da decenni, come indicato nell’allegato appello della Rete Italiana Pace e Disarmo.

                                                                                                                 Pierangelo Monti, Presidente MIR

 

COMUNICATO DELL’IFOR SULLA SITUAZIONE DEL SAHARA OCCIDENTALE

L’IFOR richiama la necessità di trovare una soluzione nonviolenta, alternativa allo scontro armato, e fa appello anche agli Stati membri delle Nazioni Unite perche’ possano adoperarsi attivamente per contribuire a una soluzione pacifica del conflitto nel Sahara Occidentale e alla realizzazione dei diritti fondamentali delle persone che vivono in quei territori.
Il testo completo del comunicato che l’IFOR ha pubblicato il 13 novembre, giorno in cui e’ stata violata la tregua durata 29 anni dando cosi’ inizio alla ripresa del confronto armato, e’ disponibile qui.

 

COMUNICATO DELLA RETE PACE DISARMO SUL SAHARA OCCIDENTALE

“La notte di giovedì 12 novembre le forze armate marocchine hanno violato l’accordo di cessate il fuoco firmato tra le due parti in conflitto nel Sahara Occidentale – Fronte Polisario e il Regno del Marocco – inviando forze militari attraverso la zona cuscinetto di Guerguerat, con azioni contro i civili saharawi che dal 21 ottobre manifestavano pacificamente contro l’apertura di una breccia nel limite invalicabile definito dagli accordi del 1991.

L’Esercito popolare di liberazione saharawi ha reagito all’azione militare marocchina che rappresenta una grave violazione dell’accordo di cessate il fuoco.

Il rischio di una escalation è altissimo. Il futuro dell’Accordo di Pace, che da anni è bloccato per il mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione, così come la sicurezza di tutta la regione vengono così seriamente messe a rischio da questa azione unilaterale su cui le Nazioni Unite e l’intera comunità internazionale dovrebbero immediatamente chiedere conto al Governo del Marocco, anche attraverso un’operazione di interposizione che tuteli la popolazione civile e che fermi immediatamente l’uso delle armi.

La mancata soluzione del conflitto nella regione del Sahara Occidentale e del Maghreb, non può che generare sofferenze, nuove violenze, instabilità ed insicurezza per tutti. Per questo chiediamo:

  • l’immediato ritiro delle forze militari nei confini stabili dalla tregua del 1991;
  • che l’Unione Europea, come tutti gli stati membri, condannino l’azione militare del Marocco contro la popolazione saharawi in un territorio controllato dalla missione delle Nazioni Unite MINURSO;
  • l’impegno della comunità internazionale ad esigere a tutte le parti in causa il pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite;
  • La nomina e l’insediamento dell’inviato delle Nazioni Unite per la ripresa dei negoziati di pace.”

La pubblicazione originale e’ consultabile qui.

*Immagine in copertina, pubblicata da da www.africarivista.it il 5/12/2018.