Cari amici,
Nel ringraziarvi per essere in questi giorni a Palermo non posso non comunicarvi il mio dispiacere per non poter essere oggi con voi, per non poter condividere dal vivo le nostre riflessioni e i nostri impegni in tante lotte per la giustizia sociale, contro ogni guerra e soprattutto contro ogni cultura di violenza.
Sono in queste ore in Germania per un duplice impegno: innanzitutto per promuovere la Carta di Palermo, il documento recentemente approvato nella nostra città sui temi della migrazione, del diritto alla mobilità, della ormai necessaria e indifferibile abolizione del permesso di soggiorno e di ogni forma di limitazione alla mobilità individuale. Nel mondo globalizzato non è più pensabile e non più ammissibile, ammesso che mai lo sia stato, che si pongano limiti alla possibilità di movimento degli esseri umani. Ancor più anacronistico ed ancor più inammissibile è quando nessun limite è posto alla mobilità, per non dire al predominio, dei capitali del “Dio denaro”.
Da Palermo, dopo il seminario internazionale “Io sono Persona” che ha dato vita alla Carta di Palermo, dalla migrazione come sofferenza alla mobilità come diritto umano, si sta avviando un movimento che è oggi culturale e spero diventi presto istituzionale per chiedere che a livello planetario siano abolite le forme di restrizione alla mobilità, ormai fuori dalla storia.
Ma sono in Germania anche per sostenere la candidatura di Palermo, Monreale e Cefalù, del nostro splendido e ricchissimo gruppo di monumenti arabo-normanni quale parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
Tutto si lega in modo significativo. Tutto si lega anche al tema della vostra Assemblea: il Mediterraneo, come mare di conflitti ma anche, e voglio sperare soprattutto, mare di speranze.
L’impegno contro ogni forma di violenza e di repressione della mobilità, l’impegno quotidiano che anche con l’Amministrazione comunale profondiamo nell’accogliere le migliaia di migranti che raggiungono le nostre coste, l’impegno a fianco dei movimenti contro il MUOS o contro i progetti di trivellazioni petrolifere nel Mediterraneo, si lega all’impegno per promuovere un modello di sviluppo che ha le sue radici proprio nella millenaria storia del nostro territorio che è terreno di incontro e di fusione fra le culture; una storia che nella magnificienza delle nostre cattedrali, della Cappella Palatina e di tantissimi monumenti simboleggia proprio quella tradizione di incontro fra le grandi culture del Mediterraneo, di incontro rispettoso fra le grandi religioni, di arricchimento reciproco fra gli artigiani e i grandi maestri dell’architettura di grandi culture millenarie.
Abbiamo anche noi nel nostro piccolo contribuito e proviamo a contribuire ogni giorno proprio alla riflessione e all’impegno perché accanto alla presa di coscienza su quanto il Mediterraneo sia mare di conflitti, e quindi mare di impegno per la risoluzione di quei conflitti e di accoglienza a chi li fugge, si faccia sempre più strada l’idea di un Mediterraneo che è già e sempre più deve diventare mare di speranza e di concreti atti per promuovere modelli di sviluppo e convivenza diversi, rispettosi del creato e rispettosi di tutti gli esseri viventi.
In questo cammino, abbiamo anche avviato in questi anni una riflessione con il MIR di Palermo, stimolando e favorendo percorsi di educazione alla pace ed alla non violenza nelle scuole, andando ad incidere in tessuti culturali dove spesso la violenza è radicata come elemento culturale, realizzando dal basso iniziative piccole ma simbolicamente importanti come la partecipazione degli studenti alla marcia Perugia-Assisi.
E’ un impegno ed un cammino comune che spero potremo proseguire ancora nei prossimi anni.
Un abbraccio,
Leoluca Orlando