L’ IFOR
Nel 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, dopo aver partecipato a un convegno ecumenico a Costanza, l’inglese Henry Hodgkin e il tedesco F. Siegmund Schultze, alla stazione di Colonia si salutano con una stretta di mano promettendosi di non fare mai la guerra l’uno contro l’altro. Da questa premessa nacque il Movimento.
F. Siegmund Schultze viene messo in prigione e condannato a morte, e solo l’intervento del Kaiser lo salva. Alla fine dello stesso anno, grazie al lavoro di Henry Hodgkin, a Cambridge, 130 persone danno vita al “Movimento della Riconciliazione”. Divenuto obbligatorio il servizio militare in Gran Bretagna, nel 1917, più di 600 membri del MIR inglese si dichiarano obiettori di coscienza e vengono incarcerati.
In Germania si crea un altro gruppo che ispira la creazione di altri omologhi in Olanda, Svezia, Stati Uniti d’America e Danimarca.
Nel 1919 il Movimento diventa internazionale con la denominazione di International Fellowship Of Reconciliation (IFOR); tra i fondatori oltre ai due protagonisti della promessa pronunciata nel 1914, Pierre Cérésole, Leonhard Ragaz, Matilda Wrede, Henry Roser e Max Metzger.
Nel corso degli anni diversi membri dell’IFOR sono stati insigniti del Premio Nobel per la Pace: Jane Addams (1931), Emily Green Balch (1946), Albert Luthuli (1960), Martin Luther King Jr. (1964), Mairead Corrigam-Maguire (1976) e Adolfo Perez Esquivel (1980).
L’IFOR entra in contatto con Gandhi sin dalle sue prime campagne per l’indipendenza dell’India.
Sotto la dittatura nazista sono uccisi, perché dissidenti, il sacerdote cattolico austriaco Max Metiger e l’evangelico tedesco Harman Stocht, tra i fondatori del MIR. Durante la seconda guerra mondiale, nella Francia occupata, il pastore André Trocmé e sua moglie Magda, con tutto il loro villaggio, organizzano una resistenza nonviolenta e salvano la vita a migliaia di ebrei e di perseguitati politici.
Dopo la seconda guerra mondiale, grazie anche all’opera instancabile di Jean e Hildegard Goss-Mayr (presidenti onorari internazionali del MIR), si cercano vie alternative e nonviolente per conseguire la giustizia e la riconciliazione tra tutti i popoli. In America Latina sono attivi don Helder Camara e Adolfo Perez Esquivel; negli Stati Uniti Martin Luther King e Dorothy Day; in Vietnam si collabora alla resistenza nonviolenta con i monaci buddhisti; in Sudafrica si sostiene l’opera di Albert Luthuli; in Irlanda quella di Mairead Corrigan. L’IFOR è inoltre presente in Medio Oriente, Zaire (oggi RDC) e Africa Sub-sahariana, Filippine, India, Bangladesh, Madagascar e, dopo il 1989, anche in molti paesi dell’Europa Orientale.